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Aikido – Shiho nage

Shiho nage

Tecnica di proiezione nelle 4 direzioni

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    Allenamento annuale (10 schede)

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di: Nadia Valeruz, 4° dan DANTAI, Takemusu Aikido

Lo shihonage si effettua tramite una leva sul braccio. Efficace in situazioni di disarmo è tipica del Bujustsu Giapponese, comune a molte discipline più o meno modificata, è possibile trovarla anche nei programmi militari di autodifesa. È dunque una tecnica sempre attuale, attuabile oggigiorno come lo è sempre stato sin dai campi di battaglie delle epoche ”medievali”.

Però come sappiamo, ogni tecnica, ha la sua contro tecnica, Shihonage non fa eccezione, se svolto in maniera non corretta ci espone a possibili contrattacchi o alla possibilità di subire una contro tecnica, nella didattica di un certo livello è necessario tenerne conto. D’altro canto non bisogna dimenticare che si tratta di una tecnica di notevole potenza e che deve essere effettuata con le dovute precauzioni.

Analizzando questa tecnica mentre viene eseguita dai meno esperti, possiamo notare questi punti vulnerabili che ora andiamo ad analizzare.
Premesso che la rapidità di esecuzione è necessaria, non dobbiamo tralasciare la preventiva “rottura” dell’attacco (qualunque esso sia) con un atemi (colpo) di cosiddetta distrazione o preventiva neutralizzazione che possa permetterci di effettuare la tecnica al ns. uke (colui che subisce la tecnica).

Iniziamo afferrando la mano di uke con entrambe le mani, il suo palmo dovrà essere rivolto verso di noi, il pollice di uke rivolto verso il basso (1).

Spesso si commette l’imprudenza di porsi di fianco ad uke in posizione ravvicinata, senza assicurarsi di metterlo in leva, rimanendo esposti ad un atemi al volto (2).

Questo non deve accadere, è quindi necessario assicurarsi di porsi nell’angolo d’ombra di uke, appena fuori dal suo sguardo diretto, come a vedergli le spalle (3).

Un’accortezza può essere anche quella di aumentare la leva sul braccio di uke chiudendo l’angolo formato dal proprio braccio e quello di uke (3).

Proceduto con uchi kaiten (passaggio interno e rotazione di 180°) (4), si possono verificare altri 2 errori piuttosto comuni:

di trovarsi nuovamente davanti ad uke, e quindi di nuovo esposti ad un possibile atemi al volto (5)

di posizionare involontariamente il polso di uke al di sopra della sua spalla, di fianco al collo, dove può contrastarci facilmente, invece di trovarci di nuovo nell’angolo cieco di uke, col suo polso posizionato dietro il suo collo (6), posizione nella quale uke si troverà squilibrato e non potrà evitare di subire la leva di chiusura che non dovrà essere in direzione verticale verso il basso, ma dovrà assumere un movimento circolare, come se facessimo un menuchi con un bokken (spada di legno) tra le mani (4)

Riguardo le precauzioni sopra accennate al momento di effettuare la chiusura dello shihonage è importante assicurarsi di non portare il polso di uke verso l’esterno onde evitare di procurare danni articolari al ns. uke che gentilmente si presta per darci la possibilità di appropriarci della tecnica e dei suoi principi.

Dunque chiudiamo questa tecnica richiamando i movimenti effettuati con “le armi”, caratteristica importante dell’aikido di Iwama, terminando la traiettoria proprio davanti a noi, senza permettere che il peso del ns. uke ci porti “in giro per il tatami”, controllandone la caduta (7), in caso di Tanin zu gake (attacco simultaneo con più persone) proietteremo il ns. uke in direzione di un altro attaccante.

Nadia Valeruz, 4° dan DANTAI, Takemusu Aikido

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